Il Museo Jacquemart-André di Parigi ospita, dal 13 settembre al 20 gennaio 2014, l'esposizione "Désirs & Volupté à l'epoque victorienne" (Desideri & Piaceri all'epoca vittoriana): femme fatales, esotismo, trasparenze ed equilibrio suggestivo delle forme e dei decori.
Sir Lawrence Alma-Tadema - La question
La mostra che si avvale della collezione del magnate messicano Juan Antonio Pérez Simon, appagherà desideri e voluttà degli ammiratori di sir Lawrence Alma-Tadema e degli altri vittoriani.
Frederic, Lord Leighton (1830-1896), Antigone
Un invito a scoprire i capolavori di noti artisti inglesi che furono vere e proprie icone dell'arte britannica, durante il regno della regina Vittoria, nel 19 ° secolo, tra cui
- Sir Lawrence Alma-Tadema (1836-1912),
- Sir Frederic Leighton (1830-1896),
- Edward Burne-Jones (1833 - 1898) e
- Albert Moore (1841-1893).
Una cinquantina di dipinti esposti riflettono la comune volontà degli artisti di questo periodo di rendere omaggio al "culto della bellezza".
Otto sale per immergersi nelle inebrianti cascate floreali intrise di sentori mortali:
(sala 1): Il desiderio d’antico;
(sala 2): Le bellezze classiche;
(Sala 3): Muse e modelli;
(Sala 4): Femmes Fatales;
(Sala 5): Le eroine angeliche dei pre-raffaelliti;
(Sala 6): L'armonia onirica;
(Sala 7): La voluttà del corpo nudo;
(Sala 8): Il culto della bellezza;
Frederic, Lord Leighton (1830-1896) , Jeunes filles grecques ramassant des galets au bord de la mer
Elegantemente vestita e comodamente istallata in un magnifico decoro, la donna sfugge al quotidiano attraverso il sogno e la passione amorosa. I temi del dolore d’amore, dell’attesa e della malinconia offrono agli artisti il modo di associare poesia e pittura scegliendo per le proprie opere titoli tratti da citazioni shakespeariane o di poeti contemporanei.
Arthur Hughes - Enid et Geraint
Icone femminili che sposano le sembianze di eroine, muse, personaggi sia storici che, più spesso, leggendari, e stracciano gli stretti confini moralisti imposti dalla rigidità vittoriana. Eppure anche questa libertà idealizzata paga lo scotto di un necessario escamotage stilistico che lascia spazio ad una crudeltà nascosta. Dietro tali la realtà si possono già scorgere i profili di quell'emancipazione femminile in marcia, che avrebbe travolto l’Inghilterra e il mondo intero.
John W. Waterhouse - La Boule de cristal
Prima potenza mondiale nel regno della regina Vittoria (1837-1901), la Gran Bretagna fu protagonista in quegli anni di un vasto sconvolgimento economico e sociale. In un contesto segnato dal puritanesimo, gli artisti esprimono un'estetica sensuale con dipinti che offrono un ritorno all'antico: donne nude, sontuosi dipinti decorativi e di espressione poetica e letteraria con composizioni medievali, un'eredità dei preraffaelliti.
Henry A. Payne - La Mer enchantée
Le donne erano l'argomento principale di questo stile artistico conosciuto come il "Movimento Estetico". I loro corpi, non più ostacolati come accadeva nella vita quotidiana, venivano rappresentati nudi, emblema di una forma di piacere sensuale e desiderio femminile. La natura in tutta la sua abbondanza e i sontuosi palazzi servono da decorazioni e sfondo a queste amorose donne sublimi, lascive, sensuali, gentili.
Frederic, Lord Leighton - Crenaia, la nymphe de la rivière Dargle
La mostra costituisce inoltre una preziosa testimonianza su corsi e ricorsi del gusto, magari pure di quello cattivo.
Perché questi pittori dell’Inghilterra imperiale e imperialista di Vittoria ed Edoardo VII (la mostra va grosso modo dal 1860, cioè la fine del primo gruppo di preraffaelliti, alla Prima guerra mondiale, cioè la fine dell’Europa), godettero in vita di un successo considerevole e post mortem di un discredito altrettanto eccessivo, sballottati su e giù in una specie di otto-volante del consenso.
Come scrive la curatrice, Véronique Gerard-Powell: «Pochi periodi hanno altrettanto sofferto dei diktat del gusto».
Albert J. Moore - Le Quatuor, hommage du peintre à l’art de la musique
La loro clientela erano i nuovi ricchi delle manifatture e dei porti, solidi borghesi di Liverpool, Manchester e Birmingham (la vecchia nobiltà terriera stava nei castelli tappezzati di Canaletto), golosissimi di scene da un’antichità classica minuziosamente ricostruita con visite su visite al British Museum, di nudi femminili ufficialmente casti dunque accettabili per la rispettabilità vittoriana, di femmes fatales da dramma wagneriano o da poema di Tennyson, di arts and crafts, di un Medioevo già quasi dannunziano ma letto attraverso Shakespeare e via divagando.
Sir Edward J. Poynter - Andromeda
Ovvio che, spazzate via dal trauma della Grande guerra tutte le certezze vittoriane (e anche le frivolezze edoardiane), venissero subito bollati come kitsch.
La critica prendeva il sopravvento, le quotazioni crollavano e gli Alma-Tadema già pagati carissimi finivano in cantina. Nel dopoguerra (il secondo), scesi al massimo del minimo della considerazione, si arrivò a lacerarli per recuperare le cornici.
Sir Lawrence Alma-Tadema - Courtiser sans espoir
La riscossa iniziò in America. Il pioniere fu Allen Funt (1914-1999), di professione produttore televisivo, dunque uno che con il Kitsch ci lavorava, che ritrovava in tutti questi Eliogabali e Mosè e Pompei i temi familiari dei peplum hollywoodiani.
Un altro grande e insospettabile collezionista è Lord Andrew Lloyd Webber, il celeberrimo compositore di musical, l’uomo cui Broadway, prima o poi, erigerà un monumento.
Lawrence Alma-Tadema - Ask me no more
E, appunto, Pérez Simon, che ha approfittato di un mercato vivace dove i vittoriani compaiono con sempre maggiore frequenza e quotazioni in crescita. È suo il quadro-simbolo della mostra parigina, del suo autore e forse anche di tutta un’epoca: «Le rose di Eliogabalo», una colossale tela di Alma Tadema esposta alla Royal Academy nel 1888 e ispirata, insieme, all’Historia Augusta ma anche a Huysmans.
Il crudele imperatore romano di origine siriana schiaccia gli ospiti sotto una cascata di rose.
Décadence, ma precisissima: la sala di banchetti è ispirata da una descrizione di Gibbon, il Bacco sullo sfondo è quello dei Musei Vaticani, le rose sono dipinte una per una con certosina pazienza.
L’ingegnere e deputato tory John Aird, che comprò il quadro, ne fu tanto soddisfatto che invitò Alma-Tadema ad accompagnarlo in un viaggio in Egitto. E quello si sdebitò subito con un «Mosè salvato dalle acque».
Egualmente kolossal.