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Stalking, Psicopatologia di una persecuzione

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view post Posted on 17/8/2009, 09:27     +1   -1
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Stalking



Psicopatologia di una persecuzione

Sempre più spesso si legge sui nostri giornali
o si sente nominare lo Stalking.
Questo termine viene usato da psicologi e giuristi
per definire un fenomeno complesso
che può essere riassunto in italiano
come "sindrome del molestatore assillante".




Il termine Stalking deriva dal verbo to stalk che nella lingua inglese ha diversi significati; gli esperti del fenomeno hanno, però, scelto il termine riferendosi al gergo venatorio, nel quale assume il significato di "fare la posta" o "avvicinarsi di soppiatto" ricordando, quindi, il comportamento del predatore, fatto di appostamenti e inseguimenti: una caccia che si concretizza in una minaccia incombente sulla preda.
Galeazzi e Curci (2001) indicano con il termine Stalking un insieme di comportamenti complessi, caratterizzati dalla persistente ricerca di contatto, controllo e sorveglianza relazionale consistenti in comunicazioni non gradite dirette da un soggetto (il molestatore ovvero lo stalker) ad un destinatario (la vittima), in cui tali attenzioni suscitano preoccupazione e timore.
A questi comportamenti si associa la minaccia di violenza, fisica o psichica, che può essere costituita anche dalla riduzione della libertà e della capacità di controllo della vittima (o dei suoi prossimi) sull'ambiente. Lo stalker può dunque interagire direttamente con la vittima o con persone a questa vicine (dai parenti ai colleghi di lavoro, ai vicini : qualunque uomo/donna le/gli si avvicini).





Lo stalking pertanto non coinvolge solamente la persona che ne è vittima ma tutta la rete di relazioni che le stanno intorno, diventando un problema non del singolo individuo ma anche sociale. Insieme alle vittime dirette, infatti, esistono le vittime indirette dello stalker che in diversi modi vengono colpite da questo atteggiamento: amici, parenti e conoscenti vengono spesso coinvolti direttamente dalle minacce dello stalker e indirettamente dalla vittima stessa.





Il fenomeno dello Stalking ha cominciato a destare un certo interesse agli inizi degli anni '80, non solo nell'opinione pubblica, ma anche da parte di alcuni studiosi della psicologia e della sociologia, in conseguenza a certi avvenimenti, in cui le vittime di molestatori assillanti erano personaggi di spicco dello Star System, personalità dello spettacolo e dello sport.
Esempi noti sono sicuramente le tenniste Martina Hingis e Serena Williams inseguite in tutti i tornei internazionali dai propri persecutori, le attrici Theresa Saldana pugnalata dal suo stalker a Los Angeles nel 1982 e Rebbecca Shaffer assassinata dal suo persecutore nel 1989, episodi questi, che hanno ispirato la prima legge anti-stalking in California, in vigore dal 1992. In seguito, altri Stati della confederazione americana hanno introdotto leggi finalizzate al controllo sociale ed alla prevenzione del fenomeno stalking, ovvero dei comportamenti molesti, assillanti, persecutori, agiti da parte dello stalker nei confronti della vittima designata.
Un altro gruppo preso di mira dagli stalker è quello degli attori famosi come Sharon Stone, Jodie Foster, Nicole Kidman, Steven Spielberg e per quanto riguarda il nostro paese esempi importanti sono quello dell'ex presidente della camera Irene Pivetti e di Michele Hutzinger, il cui persecutore ha ora un nome: Andrea Spinelli





Gli studi epidemiologici sullo stalking hanno dimostrato che la maggior parte dei casi di stalking non sono quelli che riguardano personaggi noti molestati da sconosciuti ma si verificano tra le mura domestiche tra partner o ex-partner. :(
Una categoria di stalking che merita particolare interesse ed è particolarmente diffusa è dunque lo stalking tra ex partners che si verifica, in genere, dopo la conclusione problematica di un rapporto. Si tratta del sotto-tipo di stalking più diffuso, che spesso deriva da storie di violenza domestica e tende ad evolvere in modi particolarmente violenti.





Wilson e Daly (1993) hanno calcolato che la probabilità di essere uccisi dal coniuge aumenta dalle due alle quattro volte dopo la separazione, in confronto a coniugi che continuano a vivere insieme.

Il rapporto ISTAT 2007 ci fornisce un quadro abbastanza significativo anche in Italia secondo il quale sarebbero 2 milioni 77 mila le donne che hanno subito comportamenti persecutori (stalking) dai partner al momento della separazione o dopo che si erano lasciate e che tali comportamenti le hanno particolarmente spaventate.

Tra le altre categorie di stalking ritroviamo quella di amici o conoscenti, in questo caso le vittime sono prevalentemente uomini e ci sono meno casi di violenza fisica o di minacce. Un'altra tipologia di stalking è quella in cui la vittima e il molestatore vengono a contatto tramite il lavoro, in questo caso le categorie più colpite sono le cosiddette "helping profession", categorie professionali che più spesso vengono a contatto con individui che hanno le caratteristiche per diventare stalkers.



Nonostante la diffusione del fenomeno, in Italia la legislazione specifica per un pattern comportamentale ripetitivo e assillante di molestie è stata proposta solo recentemente. In realtà, l'eterogeneità dei comportamenti che lo stalker può, in concreto, porre in essere, rende decisamente arduo definire, sotto il profilo giuridico, i confini esatti della fattispecie "delittuosa" anche, e non solo, in considerazione del fatto che spesso le atti-
vità del "molestatore" risultano innocue (fare regali, spedire lettere con dichiarazioni d'amore ecc.).



Fino a qualche mese fa, infatti in Italia le condotte degli stalkers erano considerate penalmente rilevanti quando integrano la fattispecie prevista dall'art. 660 c.p. che si intitola "molestia o disturbo alle persone" ("Chiunque in luogo pubblico o aperto al pubblico ovvero col mezzo del telefono, per petulanza o altro biasimevole motivo reca a taluno molestia o disturbo è punito con l'arresto fino a sei mesi o con l'ammenda fino a 516 euro").
Il 18 Giugno 2008 il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge con il quale vengono predisposte misure idonee a contrastare i fenomeni persecutori. In particolare, il provvedimento introduce nel nostro codice penale il reato di stalking (articolo 612-bis, atti persecutori), relativo cioè a "quei comportamenti ripetuti, consistenti in molestie e minacce, che creano nella persona offesa paura per la propria incolumità o per quella di persone legate da vincoli di parentela o di affetto, tali da indurre a modificare il proprio stile di vita in maniera significativa".



Distinzione tra stalking e semplice molestia



Il comportamento tipico del molestatore assillante o stalker è quello di seguire la vittima nei suoi movimenti o meglio "appostarsi" alla sua vita. Infatti lo stalker tende a controllare la vita della propria vittima con pedinamenti, telefonate assillanti, comparendo nei luoghi frequentati da essa come le vicinanze dell'abitazione o del luogo di lavoro, ossessionandola con la propria presenza e procurandole un sentimento di insicurezza e ansia. Gli stalkers mettono in atto una vastissima gamma di comportamenti per molestare la loro vittima, in particolare attraverso la comunicazione: minacce, messaggi macabri come animali morti davanti alla porta di casa, regali inquietanti (fiori che formano l'immagine di una pistola).



È bene tuttavia sottolineare che lo stalking è un comportamento organizzato che non ha nulla di occasionale, né nella scelta della vittima e neanche nella modalità, in quanto fare provare paura alla vittima è lo scopo principale dello stalker.
Definire analiticamente il comportamento dello stalker, sarebbe assai complesso e forse impossibile dal momento che ogni stalker mette in atto una propria e personale modalità di comportamento, tuttavia qualsiasi modalità venga usata, lo scopo principale rimane sempre quello di controllare la vittima e di continuare, in qualche modo, a fare parte della sua vita.
Negli ultimi anni, con l'avvento di internet, lo stalker fa ricorso ad un ulteriore mezzo per invadere lo spazio personale della vittima designata.




Il Cyberstalking

Sempre più diffuso risulta essere il cyberstalking, in cui e-mail, chat ed sms rappresentano un nuovo strumento di molestia messo in atto.
Frequenti sono infatti i casi in cui lo stalker ricorre ad assillanti e-mail o inserisce sulla rete materiale fotografico, ottenuto di nascosto durante un appostamento o derivante, nel caso si tratti di un ex partner, da una pregressa relazione sentimentale.
Una delle caratteristiche principali, come si è detto, per definire lo "stalking" è la ripetizione dei comportamenti messi in atto dallo stalker e la percezione che né ha la vittima.
È possibile mettere in atto una condotta di stalking impiegando modalità e comportamenti tutti differenti tra loro, senza necessariamente ripetere ciascuno di essi, pur mantenendo il carattere di continuità e persistenza dell'intento nel tempo e quello di minacciosità percepito dal destinatario di tali azioni.



Caratteristiche psicologiche dello stalker



Analizzando le statistiche raccolte in Italia sui casi di stalking possiamo riuscire a ricostruire il profilo di un possibile stalker.


La maggior parte dei comportamenti assillanti, come si è detto, viene messa in atto da uomini nei confronti delle partner o delle ex-partner (circa il 70% dei casi), l'età è compresa tra i 18 ed i 25 anni (il 55% dei casi) quando la causa è di abbandono o di amore respinto o superiore ai 55 anni quando ci si trova di fronte ad una separazione o ad un divorzio.
Da tali dati possiamo dedurre che gli stalkers abbiano una personalità debole o non ancora ben strutturata e che abbiano paura di essere abbandonati, probabilmente a causa di esperienze infantili precoci di separazioni dal care-giver.
Lo stalker quindi, come afferma il Professor Paolo Curci, sviluppa disturbi relazionali legati ad eventi traumatici che si manifestano con una richiesta ossessiva di affetto.
Potremmo ragionevolmente dedurre che lo stalker abbia un modello di attaccamento insicuro (ansioso - ambivalente, evitante o disorganizzato) per cui il soggetto non può fare a meno dell'altra persona, la quale diventa funzionale per la propria esistenza, diventando un'ossessione. Per completare il profilo bisogna sottolineare che solo il 10% della popolazione degli stalkers presenta un quadro clinico di tipo psicopatologico.



Impatto psicologico dello stalking sulla vittima



Abbiamo analizzato fino a questo momento quale sia il comportamento dello stalker e quale potrebbe essere il suo profilo psicologico, altrettanto importante è vedere quali possono essere le conseguenze di questi comportamenti sulla vittima. Il subire comportamenti di stalking risulta sicuramente traumatico e compromette la qualità della vita della vittima.

Secondo gli studi svolti sulle vittime risulta che la maggior parte manifesta ansia generalizzata (Pathé & Mullen, 1997) e sintomi di DPTS, compresi flashback e l'evitamento degli stimoli che possono ricordare gli eventi traumatici, l'intensità di tali stimoli è tale da potere essere paragonata ai livelli riscontrati in altri studi su soggetti traumatizzati.

La principale forma di violenza perpetrata nello stalking è la violenza psicologica, causa diretta di una serie di conseguenze sulla vittima che non coincidono necessariamente con la morte di quest'ultima ma riguardano la vita psichica.

Tra i sintomi principali le vittime riportano: ansia, disperazione, paura, depressione e disturbo post-traumatico da stress. La maggior parte delle vittime riporta sensazione di impotenza, ansia ed ipereccitabilità.




Una testimonianza di una perseguitata da uno stalker
mandata in onda nel programma "Le Iene"

Per ovviare a questo molte delle vittime sono costrette a cambiare numero di telefono, domicilio, lavoro, in casi particolarmente gravi anche la città di residenza, tutto questo oltre che apportare un danno psicologico, porta anche un danno esistenziale alla vittima che deve ricostruirsi un'altra vita.
Lo stalking dunque è un fenomeno molto complesso, rispetto al quale occorrerebbe individuare dei fattori preventivi che ne riducano la diffusione epidemiologica e che migliorino la qualità della vita delle vittime di stalking.





Articolo Originale di
Carmen Trippodo - psicologo
Daniela Zummo - psicologo
 
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