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Un farmaco per ogni emozione, I "Nuovi" Orientamenti della Psichiatria

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Andbeat
view post Posted on 7/3/2009, 11:53     +1   -1




Un farmaco per ogni emozione


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I "Nuovi" Orientamenti della Psichiatria



Timidezza. Tristezza.Melanconia. Ansia.
Il principale manuale di psichiatria Usa uscirà fra due anni.
Ma è già polemica sulla trasformazione delle emozioni
in altrettante patologie da curare





È il sogno non tanto segreto di ogni editore, un libro che prima ancora della sua pubblicazione genera controversia, polemiche, suspense.

Se questi sono gli ingredienti necessari per avere tra le mani un bestseller, è facile allora prevedere quale sarà uno dei volumi più venduti e discussi non del 2009, ma del 2012, quando, all'inizio dell'anno, l'American Psychiatric Association manderà finalmente in stampa la quinta edizione del Diagnostic and Statistical Manunal of Mental Disorders.

Si tratta di un manuale scientifico noto con l'acronimo di "DSM" o più spesso semplicemente come la Bibbia degli psichiatri, una pubblicazione tradotta in 14 lingue che è molto di più che un elenco dei disordini mentali che ci affliggono e di come li capiamo e li curiamo.



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In quest'era post freudiana, in cui prevale un modello biologico e genetico, il manuale finisce per codificare chi di noi è normale e chi no.

Ogni sua nuova edizione diventa dunque un evento che trascende il mondo della psichiatria per andare a toccare la politica, la morale, la religione, i tribunali, le istituzioni carcerarie, la cultura tutta (oltre che interessi economici).

Definisce chi siamo. :boh:

Il manuale, è praticamente già pronto.

E anche se la discussione tra gli esperti che contribuiscono al volume è segreta, molte cose si sanno.

Tanto che Christopher Lane, autore di "Timidezza: come il comportamento normale è diventato una malattia", un libro che negli Usa ha fatto molto scalpore, è in allarme:
«Tutto mi fa pensare che tutti noi finiremo per essere degli ipotetici candidati per una qualche diagnosi».



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Infatti, dalle indiscrezioni risulta la conferma del trend già in atto da anni: gli psichiatri si orientano sempre di più a trattare i sintomi invece di fare analisi approfondite, prescrivendo lo psicofarmaco del caso.

Così ogni disagio, ma anche ogni comportamento considerato "strano" o "asociale", viene considerato una patologia.

La timidezza è diventata un "social disorder". :wacko:

È ritenuta una patologia la "Internet addiction". :shifty:

E non è finita. :no no:

Attenzione a chi ama mangiare da solo al ristorante: perché è un comportamento che nasconde una "fobia sociale". :blink:




Allan V. Horwitz, che insegna alla Rutgers University ed è autore di un libro intitolato "La perdita della tristezza" ha osservato:



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«I segnali della depressione sono nel frattempo diventati così tanti e vaghi che stati umorali come la malinconia stanno per diventare condizioni da curare.
Sta cambiando il modo in cui interpretiamo le nostre emozioni.
La gente inizia a credere che ogni tipo di emozione negativa è innaturale e va curato. In questo modo evita quei veri cambiamenti nelle loro vite che potrebbero avere un effetto sostanzioso e duraturo».


I difensori del manuale, che vogliono invece vedere una psichiatria "a-teoretica", organizzata cioè attorno a un catalogo di diagnosi affidabili, identificate da specifici sintomi che indicano quella particolare malattia ribattono:
«Sono fin troppo prevedibili le lamentele di chi ha un approccio impressionistico alla salute mentale».

Un manuale dunque che offre un linguaggio comune con il quale discutere con i medici e con i pazienti. Gli estensori dell'opera promettono che la nuova edizione avrà una maggiore attenzione alla relazione tra i vari disordini individuati e catalogati.



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Darrel Regier, direttore della ricerca dell'Associazione degli psichiatri e vicepresidente della task force di 28 studiosi chiamata a redigere il nuovo "DSM" ammette:
«Quando esci dalla logica del "sì" e del "no", e adotti una strategia che possa comprendere più dimensioni, ti ritrovi con più strumenti per l'identificazione delle sindromi».

Ma pochi credono alle sue assicurazioni, perché nel concreto i 28 eletti, stando a tutte le indiscrezioni, procedono nella direzione opposta.
E poi, non va dimenticato che i 28 sono anche soggetti a fortissime pressioni. Non solo perché c'è l'industria farmaceutica di mezzo, ma prima di tutto per motivi di cultura.
Gli estensori del manuale debbono per esempio affrontare un tema come quello del desiderio e dell'identità sessuale.



Che cosa fare con la questione della "sexual addiction"? Ormai è entrata nel lessico popolare, con 900 sedi di Sex Addicts Anonymus e con divi del cinema come David Duchovny che, in un caso di vita che imita l'arte, dopo aver recitato' la parte del donnaiolo in "Californication" ha ammesso il ricovero in clinica per trattare quel singolare problema.



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L'ex agente Fox Mulder,
ovvero l'attore David Duchovny
in compagnia della sua partner cinematografia, l'agente Danna Scully,
ovvero Gillian Anderson



E se invece che una condizione mentale fosse una scusa per giustificare comportamenti moralmente discutibili?
O un marchio della vergogna voluto dalla destra conservatrice per identificare i promiscui?
Le forze anti-abortiste hanno insistito perché nel manuale venisse inclusa la "sindrome post-aborto", uno stato per indicare il pentimento "patologico" di chi interrompe la gravidanza.




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Mara Keisling

I transessuali sono invece divisi. Nel 1973, con una decisione che ha avuto vaste ramificazioni politiche, sociali e morali, gli psichiatri americani hanno stabilito che l'omosessualità non era una patologia da trattare. Adesso i trans chiedono lo stesso.
E Mara Keisling, direttore del National Center for Transgender Equity, non ha dubbi: «Il manuale sostiene che non puoi essere un trans felice».
Ma anche loro sono divisi, per ragioni pratiche: se la loro condizione non dovesse essere più considerata una patologia, quale assicurazione pagherà la relativa operazione?

Quando venne pubblicata la prima edizione del manuale, nel 1952, la psichiatria era dominata dal modello freudiano: le psicopatologie erano il risultato di inconscio andato di traverso o di traiettorie di sviluppo arrestatesi durante l'infanzia, stati mentali fluidi e che erano solo manifestazioni estreme delle ansietà che abitano in tutti noi.




I sintomi erano di poca rilevanza, perché il paziente risolveva i suoi problemi parlando con il terapista. E gli psicofarmaci, molto più grezzi di quelli in commercio adesso, entravano in gioco solo nei casi di veri stati psicotici.
Ora invece ogni sintomo sembra trovare la sua casella.
E anche semplici tratti caratteriali che si accentuano con il variare dell'umore e che non hanno relazione con il funzionamento delle sinapsi e dei connettori cerebrali, diventano patologie.



Il manuale continua così a crescere e allargarsi, l'ottantina di patologie della prima edizione, nell'ultima del 2000 sono diventate 283, occupando 992 pagine.

E nonostante il segreto in cui lavora la commissione, pochi hanno dubbi sul fatto che il nuovo "DSM" conterrà altre nuove patologie.

Christopher Lane, che ha partecipato alla versione del 1980 e che ricorda ancora con orrore il dibattito sulla condizione di "lamentela cronica", commenta:
«Stiamo trasformando in questione sanitaria le emozioni degli umani e le forme in cui esse si esprimono».



Il "DSM" è il testo di riferimento degli psichiatri del mondo intero, una bella fetta del milione di copie dell'ultima edizione è finita all'estero.

E per chi si prende gioco dell'ossessione americana di risolvere ogni condizione ingoiando una pillola, uno studio della School of Management del Mit di Boston indica che il popolo che fa più ricorso agli antidepressivi sono gli svedesi, mentre prima degli americani vengono i canadesi, i greci, gli spagnoli e gli italiani.

Da parte loro, i difensori del manuale indicano come negli ultimi anni l'uso di tecnologie diagnostiche abbia permesso di spiare la complessa relazione tra l'architettura dei circuiti neurologici e la malattia mentale.




Steven Hyman

Steven Hyman, numero due di Harvard ed ex direttore del National Institute of Mental Health, afferma:
«È vero, siamo in una fase di grandi scoperte, anche se il cervello resta l'oggetto più complesso su cui l'umanità ha posato gli occhi e il progresso è lento e difficile».

Edward Shorter, storico della psichiatria e autore del libro "Before Prozac", ha invece osservato:
«Non è come con la cardiologia, dove le cause sono conosciute.
La verità è che non sappiamo la causa di niente».

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Intanto le case farmaceutiche si attrezzano. Una di queste ha appena lanciato una campagna nella quale fa intendere che un suo prodotto, approvato per il "social anxiety disorder", aiuta anche i timidi.



Un'altra sta conducendo uno studio per vedere se un suo farmaco funziona per chi soffre di "public speaking anxiety", lo stato d'ansia di chi si sente bloccato quando deve parlare a una folla.




Il video "demodé" che fa da commento sonoro alla discussione è
un vecchio successo dei Kajagoogoo: si tratta di "Too shy" (troppo timida)...
Quindi stando alle nuove tendenze psichiatriche, una malata ^_^

Il colpo grosso sarebbe una pillola che trattasse il "relational disorder": per chi ha problemi nelle relazioni.
E c'è chi sta già mettendo a punto un farmaco per combattere l'apatia, una condizione in forte crescita e la cui diffusione, secondo i primi studi, e causata dai troppi psicotropi in circolazione. :eh?:




:saluto:



Articolo Originale
di
Lorenzo Soria

 
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vincenzo7442
view post Posted on 14/3/2009, 12:17     +1   -1




delegare ad una sostanza la stabilità psicologica di una persona è SEMPRE nocivo, non si avrà mai una guarigione e si entra nel labirinto della dipendenza, dal quale non è detto che si esca.
si continua a sperimentare per trovare la pillola della felicità quando basterebbe essere sinceri con se stessi e affrontare le proprie responsabilità per vivere una vita piena e realizzata. Non è questa la strada, meglio una persona vicina e sincera che una pasticca, forse e proprio questo il punto è difficile incontrarne in questa palude di superficialità.
 
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Andbeat
view post Posted on 14/3/2009, 14:37     +1   -1




Caro Vincenzo sfondi una porta aperta in quanto il sottoscritto ha una laurea in psicologia e vanta di avere operato in mezzo a medici psichiatri per un bel po'... ;)

Al punto che posso tranquillamente affermare che spesso la "pasticca" ha più effetto sulle ansie del terapeuta che sul sintomo presentato dal paziente.

Riporto una mia esperienza da specializzando in psicologia clinica... -_-



Una professoressa, nonché psichiatra in forza al presidio ospedaliero dove si tenevano le lezioni che dovevo seguire, una volta confessò che mai avrebbe affrontato una "psicoterapia" con uno dei malati del reparto, se non avesse avuto la certezza che lo stesso paziente fosse stato preventivamente "sedato".

La mia osservazione fu ovviamente:
«Scusi, ma così non saprà mai se ad avere effetto siano i farmaci piuttosto che le "chiacchiere" da psicoterapia».

La sua risposta da "scienziata" fu: «è stato provato che i farmaci facciano effetto (da chiedere quale, avrei aggiunto io :shifty: ).
Rimangono controversi gli effettivi benefici di una psicoterapia "dinamica", ovvero non supportata dalla farmacologia.» :blink:

A parte che la psicoterapia ad orientamento psicoanalitico ha spesso dimostrato di essere davvero efficace, cosa che tra l'altro è stata documentata in questa sezione alla pagina http://ilforumdellemuse.forumfree.net/?t=37011075, io continuo a chiedermi come mai la psicoanalisi non solo italiana ma anche internazionale sia in mano a psichiatri, i quali, incredibile a dirsi, sono quelli che credono meno ad interventi al di fuori della medicina... :azz:

 
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vincenzo7442
view post Posted on 15/3/2009, 12:04     +1   -1




Sarebbe piaciuto anche a me approfondire la psicologia mentre la vita mi ha portato...sulla tecnica...però ho avuto modo di conseguire dei master che mi hanno permesso di esercitare counseling in un centro di ascolto e tutor presso il sert di zona, la mia compagna esercita nell' SPDC e spesso siamo costretti a commentare le "procedure" dei "luminari" per fortuna non sono tutti dei chimici e qualcuno di (umanamente) preparato qua e là si trova...

La Basaglia ha dato la direzione ma poi è stata smarrita la strada... i "matti" fanno notizia solo quando succede il guaio la prevenzione non esiste, mentre il disagio psichico è una patologia emergente alimentato da stili di vita indotti ad arte per generare consumo, illusione e sofferenza e si pretende di normalizzare il tutto con carriole di benzodiazepine (quando va bene). Il contatto umano, l'empatia una sincera offerta di aiuto senza pretendere di giudicare le persone e lasciarle libere di vivere la propria vita anche se diversa dalla propria...pura utopia, vengono addirittura proposti TSO ad una persona solo perchè è senza dimora senza aver fatto niente di violento scandalizza "solo" le coscienze "pelose".

Però come dicevo ci si impegna anche diversamente e anche se sono poche le isole felici
bisogna fare in modo che queste crescano insieme alla consapevolezza che se continuiamo a trattarci da estranei e non abbattiamo i muri che ci hanno costruito nella testa prima o poi
il male di vivere contagerà molti.

Un link utile per approfondire con molti ebook oism.info/it/
 
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3 replies since 7/3/2009, 11:53   660 views
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