Se i generi letterari, e consequenzialmente quelli cinematografici, sono delle vere e proprie macchine narrative che facilitano la comprensione e il senso di ciò che accade nel rapporto con il proprio fruitore, è innegabile come alcuni generi meglio di altri racchiudano al proprio interno quello che si ama definire "lo spirito del tempo" di un dato momento di una civiltà.
Pensiamo ad esempio, in campo cinematografico, al proliferarsi delle opere di fantascienza durante gli anni Cinquanta, o ancora al numero incredibile di horror degli anni Ottanta.
Senza voler indagare i motivi e i fattori socioculturali interessati e coinvolti in questo discorso (non ci sarebbe in ogni caso lo spazio sufficiente per farlo) è altrettanto innegabile come, essendo il fumetto un settore importante della nostra comunque malmessa industria culturale, il cosiddetto "giallo" e la sua declinazione noir siano tornati negli ultimi lustri alla ribalta.
Solo per citare qualche esempio, se già solo si pensa al peso che ha ancora nell'immaginario contemporaneo un personaggio come Diabolik delle sorelle Giussani, creato nel novembre del lontano 1962 e al quale molto devono interessanti film d'azione hollywoodiani (solo per citarne due, Mission: lmpossible di Brian De Palma e Face/Off di John Woo), appare chiaro come il noir e il giallo, a volte anche d'autore, riscuotano un buon successo anche nell'asfittico mercato della nona arte nel nostro paese.
Pensiamo infatti alle numerose ristampe di ottima fattura di classici che riempiono gli scaffali di librerie di settore e fumetterie: in particolare c'è da segnalare Alack Sinner della coppia argentina José Muftoz / Carlos Sampayo.
Nuages, celebre galleria d'arte sempre attenta all'illustrazione e al fumetto e da qualche anno anche casa editrice, ripubblica le avventure di Sinner, personaggio calato in un originalissimo universo popolato da personaggi immersi in una zona indecifrabile tra realtà e sogno. Il tutto grazie anche e soprattutto al magico tratto iper-espressionista di Munoz.
Alle Edizioni BD, poi, si deve, tra le altre cose, la ristampa completa di uno dei migliori fumetti pulp degli ultimi decenni, Torpedo di Enrique Sànchez Abuli e Jordi Bernet, oltre ad una chicca come Playback di Ted Benoit e Francois Ayroles, da un'idea di uno dei padri del giallo moderno, Raymond Chandler (suoi i celeberrimi The Big Sleep e The Long Goodbye!).
Ma tornando a personaggi italiani, oltre all'ormai classico Nick Raider della Sergio Bonelli Editore, e oltre alle iniziative della Eura Editoriale (Detective Dante) e della Star Comics (Cornelio, da un'idea di Carlo Lucarelli, che è anche "protagonista" della miniserie), due sono le pubblicazioni che maggiormente stanno contribuendo a reinventare l'universo di questo genere, entrambe ancora della casa editrice di maggior successo (e non a caso) made in Italy, la già citata Bonelli: i fumetti in questione sono Julia e il recentissimo ultimo nato Jan Dix.
In particolare, Julia Kendall, la protagonista della fortunata serie ideata e scritta a partire dal 1998 da Giancarlo Berardi, uno dei nostri migliori sceneggiatori di comics in assoluto (suo il western critico e adulto degli anni Settanta Ken Parker), dà nuova linfa a un genere in cui i detective appartengono di solito a uno stereotipato universo maschile.
Criminologa, consulente della procura della sua città (un'immaginaria ma molto realistica Garden City), la Kendall è anche insegnante all'Università; il mondo accademico, trattato da Berardi. con il consueto mix di realismo e intelligente humour, entra a pieno titolo a far parte della trama e delle vicissitudini di una bella donna single dalla esplicite fattezze di Audrey Hepburn ("il primo amore non si scorda mai", chiosa Berardi) e così come avveniva nel precedente capolavoro dello sceneggiatore genovese il mondo di Julia è il "nostro" mondo, con le complesse stratificazioni e problematiche socioculturali che gli sono proprie.
Problemi razziali, sociali, politici ed esistenziali costituiscono lo sfondo delle storie di Julia, senza mai però appesantirle o trasformarle in fumetti "a tesi". Davvero un unicum nel panorama fumettistico, non solo nazionale.
Jan Dix è invece l'eponimo protagonista dell'ultima serie nata dalle idee e dalle chine di Carlo Ambrosini, già disegnatore per Ken Parker e creatore di un altro personaggio che molto deve all'universo del giallo, Napoleone, serie bimestrale conclusasi dopo 54 episodi due anni fa.
Dix è un esperto d'arte, vive ad Amsterdam e non è quindi un investigatore a pieno titolo; viene comunque coinvolto, per i rapporti con il Museo di cui è importante consulente, in vicende intricate che necessitano di grande acume per essere svelate. E Jan Dix utilizza lo stesso acume col quale decifra e decodifica le opere d'arte per dipanare i misteri dell'anima degli uomini e delle donne con cui si fronteggia. Tra giallo e storia dell'arte, i primi numeri finora usciti promettono molto.
A chi è interessato a letture a fumetti più adulte rispetto alla media e contigue agli universi "gialli" della letteratura e del cinema, non resta che augurare buona lettura...
