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L'eco di un Abuso, Quella voce da dentro

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Andbeat
view post Posted on 15/10/2008, 13:28     +1   -1




L'eco di un Abuso

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Quella voce da dentro





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Ascoltando le storie delle donne durante alcuni percorsi di sostegno psicosociale finalizzati al supporto emozionale, affettivo ed esistenziale, ci si è resi conto che quella voce interiore la quale si allea perversamente col persecutore, dandogli fiato e ragione con quel "Non vali niente ..." spesso appena sussurrato, è l'ostacolo più grande che le donne maltrattate e/o abusate, trovano sul proprio cammino.

Le donne con un passato di abusi narrano spesso storie di sistematiche svalutazioni di sé stesse, da parte di genitori e familiari, che hanno progressivamente scalfito, minato e giorno dopo giorno, sgretolato l'autostima, la sicurezza e la fiducia in se stesse, attivando il deleterio circuito
SENSO DI COLPA > SOLITUDINE > VERGOGNA

Al fine di interrompere tale circuito carico di sofferenza, emerge allora la necessità di affiancare agli interventi di sostegno psicologico, l'accompagnamento terapeutico, volto al traghettamento dei casi più problematici verso il Servizio Sanitario Nazionale.



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Manifesto di una campagna americana contro le violenze domestiche



Le storie narrano di umiliazioni, vessazioni e schiaffi costantemente subiti in classe, anche per anni, dai bulli di turno; storie di soprusi "che in una ragazzina, divenuta poi donna che ancora subisce ed "ama troppo", hanno distrutto a poco a poco l'immagine di sé e la consapevolezza del proprio valore e delle proprie risorse.



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Ed è allora che la dipendenza affettiva porta alla subordinazione nei confronti di personalità violente, e che si instaura la tipica dinamica della relazione tra vittima e carnefice, nella quale l'abusante lavora sull'umiliazione della donna e sulla svalutazione delle sue capacità, conducendola all'auto-denigrazione.

Ed è questo il primo nemico da sconfiggere, questo consentire dentro con lui, questa "identificazione con l'aggressore", questa particolare "sindrome di Stoccolma", determinata da precisi meccanismi di difesa che mirano ad annullare le intollerabili dissonanze cognitive ed emozionali originate anche da pesanti condizioni di vita ...

Così le donne finiscono per crederci: per credere DI NON VALERE NIENTE.



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Sono storie di violenza, violenza fisica e/o psicologica, nelle quali spesso la dipendenza economica, aggravando quella affettiva, costituisce l'insormontabile barriera contro il CORAGGIO DI DIRE NO.



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E poi, pensare che in fondo LUI HA RAGIONE è il "cavallo di Troia" che di solito, insieme alla battaglia, fa perdere anche la guerra...

Sul piano delle relazioni interne, l'abusato dà spazio all'abusante, nell'ambito di una relazione a connotazione sado-masochistica che può prolungarsi e/o ripetersi nel tempo.

La donna, quasi sempre inconsciamente, collude con gli attacchi distruttivi subiti, direttamente o trasversalmente, mediante l'attivazione dei propri nuclei auto-svalutativi ed auto-aggressivi, corroborati di frequente dalla visione della vita propria di una cultura tradizionalista, se non retrograda o arcaica, spesso maschilista e patriarcale. Così nelle donne ha la meglio su tutto la FRAGILITÀ, che comporta bassa autostima, mancanza di fiducia in se stesse, e disagio dovuto a sottomissione ed isolamento.



DISAGIO per quella VOCE DA DENTRO,
NEL DESERTO DI SOLITUDINE della più dolorosa amarezza...

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Ma FUORI UNA VOCE ascolta e incoraggia, una voce che conduce alla riflessione e sostiene la donna nella ricerca di una via d'uscita, di un sentiero di faticosa risalita, per non arrendersi e cominciare, o ricominciare, a lottare, per potenziare e far rinascere autostima, consapevolezza e fiducia nelle proprie forze, oltre che speranza in un futuro nel quale talvolta non si crede più.



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Si lavora per rendere coscienti le potenzialità, le risorse e l'ideazione progettuale, per raggiungere l'obiettivo dell'inclusione sociale, attraverso il rafforzamento del sentimento di sé, sufficientemente integrato, in relazione al mondo, sulla base della lettura delle proprie competenze, in una riappropriazione del tempo che comporti anche la valorizzazione delle qualità personali e delle competenze trasversali anche nel contesto domestico.

La gestione di una situazione di emergenza, attraverso l'intervento di sostegno, aiuta ad orientarsi in questo percorso ed a ridisegnare l'obiettivo dell'alleanza e della collaborazione tra utente ed operatore, mediante la richiesta di aiuto da parte delle donne e gli interventi volti ad aiutarle.


Per un intervento ben orchestrato su un abuso sarebbe auspicabile uno staff di consulenti comprendente diverse figure professionali: lo psicologo, l'assistente sociale, l'educatore, l'orientatore al lavoro, l'assistente all'infanzia e l'avvocato per l'eventuale assistenza legale, che si prefigurasse necessaria.



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Il loro intervento, basato sull'ascolto empatico, dovrebbe essere prevalentemente finalizzato ad interventi di sostegno psicosociale alla condizione femminile in senso lato e, nello specifico, ad offrire supporto alle donne violate interrompendo il nefasto circuito COLPA > SOLITUDINE > VERGOGNA.

Lo staff deve avere e dare fiducia nella capacità di ripresa della donna, sia pur da un punto di vista esistenziale provata dalle difficoltà o colpita da situazioni psicotraumatiche.

L'intervento deve rinsaldare e consolidare, la progettualità al femminile, attraverso il potenziamento della capacità creativa, in relazione al futuro individuale e a quello dei figli, mediante la riappropriazione di un'identità armonica che consenta alla donna di ri-acquisire il controllo della propria vita.

Meglio ancora se l'intervento si articola anche in diversi laboratori che offrono la possibilità di dedicarsi costruttivamente spazio e tempo libero, finalizzati alla promozione del benessere psicofisico.



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I laboratori "auspicabili" per un recupero del valore di sé stesse possono essere:
• Decoupage e attività creativa.
• Cosmesi naturale.
• Ginnastica dolce.
• Orientamento al lavoro.
• Informatica e scrittura creativa.
• Cineforum.
• Fotografia.
• Tecniche di rilassamento (Training autogeno e Visualizzazioni guidate).



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Esiste in Italia una rete con Centri Antiviolenza nazionali, che propone e sostiene l'immagine della donna come risorsa insostituibile per la famiglia e la società, ma rimane immune dalle derive ideologiche vetero-femministe che escludono gli uomini dallo staff di operatori dei Centri Antiviolenza, come soggetti, solo in base alla loro identità di genere, già colpevoli e, quindi, inadatti o non idonei all'intervento psicosociale nei confronti delle donne.



Infatti, non è raro che in questi centri lavorino anche vari professionisti di sesso maschile, perché il gruppo che anima il Centro crede profondamente nel valore della proposizione di un modello maschile positivo alle donne sofferenti a causa di atteggiamenti adottati o comportamenti "agiti" dagli uomini.





Quando si ha un incidente con l'automobile, per superare il danno psicologico di un trauma stradale ed evitare l'inibizione, il ripiegamento difensivo su se stessi e lo strutturarsi di tendenze fobiche reattive, bisogna riprendere al più presto il contatto con l'auto.



E che sia una buona auto, un'auto sicura che conduca lontano... :)

 
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