Qual è la tua città?
Trovare la giusta dimensione per la propria creatività
È stato il mito degli ultimi anni: la possibilità di lavorare, con gli stessi risultati, da una metropoli o da uno chalet di Aspen, da un ufficio nella City a una casa in Provenza. Grazie alle tecnologie digitali, alla Rete e ai collegamenti aerei che capillarmente uniscono il pianeta, ci siamo illusi che bastasse un ufficio mobile.
E che lavorare dal caos cittadino e dalla quiete di campagna, non facesse differenza.
Niente di più sbagliato: conta eccome, il luogo in cui viviamo.
Lo dice Richard Florida in "Who's your city"ultimo atto dedicato alla classe creativa del mondo.
La città in cui scegliamo di vivere e lavorare è un fattore chiave nella costruzione del successo: dal posto dipendono incontri, esperienze, collaborazioni, accesso a carriere interessanti. Talento, innovazione e creatività non sono distribuiti equamente nel mondo, ma concentrati in luoghi specifici. Sceglierne uno significa andare incontro a certe opportunità ed escluderne altre.
In uno scambio reciproco: le città modellano il loro carattere sulla base degli abitanti.
Per la prima volta nella storia, un altissimo numero di persone ha opportunità e libertà di muoversi (più di 40 milioni di persone cambiano città, ogni anno, negli Usa).
E lo farà sempre di più: da studente, da professionista, dopo matrimonio e figli.