Il Forum delle Muse

Alessandro Magno, I personaggi che hanno fatto la Storia

« Older   Newer »
  Share  
Andbeat
view post Posted on 10/7/2008, 15:05     +1   -1




Alessandro Magno

I personaggi che hanno fatto la Storia

image

Alessandro Magno (356-323 a. C)



 image
 Filippo, il Macedone

Alessandro Magno, il più famoso conquistatore dell'antichità, nacque nel 356 a.C. a Pella, capitale della Macedonia.
Il padre, Filippo n di Macedonia, fu uomo di grandi capacità e intelligenza: ampliò e riorganizzò l'esercito macedone trasformandolo in una macchina bellica formidabile.



Come prima cosa se ne servì per conquistare le regioni limitrofe della Grecia settentrionale, e poi si spinse verso sud e invase la maggior parte del paese. Successivamente vi creò una federazione di città-stato ponendovisi a capo, progettando poi di scendere in guerra contro il vasto Impero persiano nella Grecia orientale; l'invasione aveva già avuto inizio quando nel 336 a.C. Filippo, appena quarantaseienne, venne assassinato.

 image
 Alessandro, il Giovane Re



Al momento della morte del padre, Alessandro aveva soltanto vent'anni, ma la sua successione al trono avvenne senza difficoltà. Filippo aveva preparato con cura il figlio a succedergli, e il giovane possedeva già una considerevole esperienza militare senza che fosse stata trascurata la sua educazione intellettuale: suo precettore era stato Aristotele, brillante filosofo e forse il più grande scienziato e pensatore dell'antichità.



Sia in Grecia che nei territori a settentrione, le popolazioni soggiogate da Filippo 'videro nella sua morte l'occasione propizia per scrollarsi di dosso il giogo macedone. Ma nei due anni che seguirono la sua ascesa al trono, Alessandro fu tanto abile da sottomettere entrambe le regioni, prima di rivolgere la sua attenzione alla Persia.



image



Per duecento anni i Persiani avevano governato un vasto territorio che si stendeva dal Mediterraneo all'India. Sebbene la Persia non fosse più all'apice della sua potenza, era ancora un avversario di tutto rispetto: il più vasto, il più potente e il più ricco impero del mondo.





image

Nel 334 a.C. Alessandro iniziò la sua invasione. Dal momento che era costretto a lasciare parte del suo esercito in patria per mantenere il controllo dei suoi possedimenti europei, quando partì per la sua audace impresa condusse con sé soltanto trentacinquemila uomini, un contingente molto esiguo se paragonato agli eserciti persiani; ma nonostante lo svantaggio numerico, il re macedone riportò una serie di vittorie schiaccianti sui Persiani.



Le ragioni del suo successo furono essenzialmente tre: in primo luogo, l'esercito ereditato da Filippo era meglio addestrato e organizzato di quello persiano; in secondo luogo, Alessandro era un condottiero veramente geniale, forse il più grande di tutti i tempi. Il terzo fattore era rappresentato dal suo coraggio personale: sebbene all'inizio dirigesse ogni battaglia da dietro le linee, la sua tecnica era quella di capeggiare personalmente la carica di cavalleria decisiva.

image


Questo comportava mettere a repentaglio la vita, e infatti rimase spesso ferito; ma le sue truppe vedevano che condivideva i loro stessi pericoli, e che non chiedeva loro di correre rischi che lui stesso non fosse disposto ad affrontare. L'effetto di questo comportamento sul morale dell'esercito era enorme.



Come prima cosa Alessandro guidò il suo esercito attraverso l'Asia Minore, sconfiggendo i poco numerosi eserciti persiani che vi stazionavano. Successivamente, muovendo verso la Siria settentrionale, sbaragliò uno sterminato esercito persiano a Isso. Si spinse poi ancora verso sud, e dopò un difficile assedio durato sette mesi conquistò la città fenicia di Tiro, oggi in Libano. Mentre era impegnato nell'assedio di Tiro, ricevette un messaggio del re persiano che gli offriva metà del suo impero in cambio della pace.



image

Uno dei generali di Alessandro, Parmenione, ritenne che l'offerta fosse piuttosto buona:
«Se fossi Alessandro accetterei questa proposta», disse. «E così farei io se fossi Parmenione», replicò Alessandro.



Dopo la caduta di Tiro, procedette ancora verso sud: Gaza capitolò dopo un assedio di due mesi, mentre l'Egitto si arrese senza combattere. Qui fece una sosta per far riposare l'esercito; a soli ventiquattro anni fu incoronato faraone e proclamato dio. Condusse poi il suo esercito nuovamente in Asia e nella decisiva battaglia di Arbela, nel 331 a. C, mise definitivamente in rotta uno smisurato esercito persiano.



Ottenuta questa vittoria, guidò le sue truppe a Babilonia e nelle capitali persiane di Susa e Persepoli. Il re persiano Dario ni (da non confondere col predecessore, Dario il Grande) fu assassinato dai suoi ufficiali nel 330 a.C, per impedirgli di arrendersi ad Alessandro; quest'ultimo tuttavia sconfisse e uccise il successore di Dario, e in tre anni di combattimenti sottomise tutta la Persia orientale e si spinse in Asia centrale.



image



image

Una volta assoggettato tutto l'Impero persiano, Alessandro avrebbe potuto tornare in patria e riorganizzare i territori conquistati; ma la sua sete di conquiste non si era ancora placata, e proseguì quindi la sua avanzata verso l'Afghanistan. Da qui guidò il suo esercito in India, attraverso le montagne dell'Indukush. Vinse numerose battaglie in India occidentale, e avrebbe voluto spingersi ancora verso oriente; ma il suo esercito, esausto da anni di guerre, si rifiutò di avanzare ancora e Alessandro, a malincuore, tornò in Persia.



 image
 Aristotele, il Filosofo

Una volta rientrato nel suo paese, trascorse un anno circa a riorganizzare l'impero e l'esercito. Era stato allevato nella convinzione che la cultura greca rappresentasse l'unica vera civiltà, e che tutti popoli che non erano greci fossero barbari. Questo era il punto di vista dominante in tutto il mondo greco, condiviso dallo stesso Aristotele. Ma malgrado avesse sconfitto i loro eserciti, Alessandro aveva compreso che i Persiani non erano barbari, e che taluni fra loro erano intelligenti, capaci, e degni di rispetto come certi greci. Concepì così il progetto di fondere le due parti dell'impero, dando vita a un regno e a una cultura greco-persiana di cui egli costituisse, naturalmente, il vertice. Per quel che ne possiamo sapere, intendeva veramente che le popolazioni greche, macedoni e persiane condividessero lo stesso status, e per realizzare questo programma arruolò nel proprio esercito un gran numero di Persiani.



image

Indisse poi una grande festa, "lo sposalizio tra Oriente e Occidente", durante la quale parecchie migliaia di soldati macedoni contrassero regolare matrimonio con donne asiatiche. Egli stesso, sebbene già sposato con una principessa asiatica, prese in moglie la figlia di Dario.



È evidente che Alessandro intendeva spingersi verso nuove conquiste, dopo aver riorganizzato l'esercito. Sappiamo che aveva progettato l'invasione dell'Arabia, e probabilmente anche quella delle regioni settentrionali dell'Impero persiano. Potrebbe anche aver avuto in mente un'altra invasione dell'India, o la conquista di Roma, di Cartagine e del Mediterraneo occidentale. Quali che siano stati i suoi piani, non vi fu tempo per ulteriori conquiste.



Agli inizi di giugno del 323 a.C., a Babilonia, cadde improvvisamente preda di una febbre maligna e dieci giorni dopo morì, non avendo ancora compiuto trentatré anni.
Non aveva indicato nessun successore, e subito dopo la sua morte iniziò la lotta per il potere, che vide cadere tra le vittime la madre di Alessandro, le sue vedove e i suoi figli, tutti assassinati, mentre l'impero veniva smembrato tra i suoi generali.



image

Dal momento che Alessandro morì giovane e imbattuto, si sono fatte molte ipotesi su ciò che sarebbe potuto accadere se fosse vissuto ancora. Se avesse guidato i suoi eserciti alla conquista delle terre che si affacciano sul Mediterraneo occidentale, avrebbe con ogni probabilità avuto successo e l'intera storia dell'Europa sarebbe stata assai diversa.



Ma queste congetture, ancorché interessanti, non contano molto nel momento in cui si deve valutare quale è stata la sua effettiva influenza.

image


Il re macedone è stato forse la figura di maggior spicco di tutta la storia dell'umanità, e la sua vita e la sua personalità sono state e sono tuttora ricche di fascino. Gli avvenimenti che hanno caratterizzato la sua vita sono sensazionali, e intorno al suo nome sono nate decine di leggende. Sua evidente ambizione era quella di essere considerato il più grande condottiero di tutti i tempi, e sembra aver meritato questo titolo. Come guerriero, era abile e coraggioso; come generale era eccezionale, e in undici anni di guerre non perse mai una sola battaglia.




Nel contempo era un intellettuale che aveva compiuto i suoi studi con Aristotele, appassionato conoscitore dei poemi di Omero. In effetti il fatto che avesse compreso come le popolazioni che non erano greche non erano necessariamente barbare, dimostra quanto fosse grande la sua apertura mentale, al di sopra di quella della maggior parte dei pensatori greci del suo tempo; ma in altri settori si rivelò stranamente miope. Nonostante rischiasse ripetutamente la vita in battaglia, non lasciò mai disposizioni per la sua successione, e a questo si deve in massima parte il rapido crollo dell'impero da lui costruito.




 image
 Cleito, l'amico ... ucciso.

Si narra di lui che fosse un uomo affascinante e che avesse un atteggiamento conciliante e caritatevole nei confronti dei nemici sconfitti. Ma dall'altro canto era spaventosamente egocentrico e aveva un carattere violento; una volta, nel corso di una lite tra ubriachi, uccise un suo intimo amico, Cleito, che gli aveva una volta salvato la vita.



In una prospettiva storica la conseguenza più importante delle conquiste di Alessandro è stata quella di mettere in stretto contatto tra loro la cultura greca e quella mediorientale, con notevole arricchimento di entrambe. Durante e immediatamente dopo le imprese di Alessandro, la cultura greca si diffuse rapidamente in Iran, in Mesopotamia, Siria, Giudea, Egitto; prima di lui la sua diffusione era stata molto lenta.



Il conquistatore macedone fu inoltre responsabile della propagazione dell'influenza greca all'India è all'Asia centrale, regioni da essa mai raggiunte prima. Ma questa influenza culturale non fu certo a senso unico: durante l'età ellenistica (ossia i secoli immediatamente successivi ad Alessandro), le idee orientali - in particolare quelle religiose - pervasero il mondo greco. Fu proprio la cultura ellenistica - fondamentalmente greca, ma con forti influenze orientali - che in seguito interessò Roma.



Durante la sua vita, Alessandro fondò non meno di venti nuove città. La più famosa di tutte fu Alessandria d'Egitto, che ben presto divenne una delle più importanti città del mondo, all'avanguardia nel campo del sapere e della cultura; ma anche altre, come Herat e Kandahar, in Afghanistan, divennero centri di una certa importanza.




image

 
Top
0 replies since 10/7/2008, 15:05   653 views
  Share