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Maurice Béjart, Popolare la danza popolare...

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Andbeat
view post Posted on 19/12/2007, 19:47     +1   -1




Maurice Béjart


Popolare la danza popolare...


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Fu una specie di pugno nello stomaco. Perché, senza rinnegare o, peggio, disinvoltamente inquinare, le sue origini classiche, Maurice Béjart si avviava, con rigore e audacia, fin dal suo esordio come danzatore e coreografo, nel 1955, con il Ballet de l'Etoile, verso dimensioni altre e oltre.




Emanava, già allora, trentenne, una gran forza di seduzione. Aveva proprio tutto. Per prima cosa, una notevole cultura, stimolata da quella, altissima e cosmopolita, di suo padre, Gaston Berger, illustre pedagogista francese.


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Il suo fisico era forte e nervoso.

La sua tecnica classica eccellente, aperta, tuttavia, all'interazione con gli stili più diversi: dalla danza libera europea, fino all'avanguardia americana più estrema.

Aveva tutte le qualità del grande uomo di teatro.



Fu lui ad avere l'idea che ha cambiato la vita della danza: portare la danza alla gente e non la gente a teatro.

Fece danzare le sue successive compagnie (da Le Ballet du XXe siede, con sede a Bruxelles, nel 1960, fino all'attuale Béjart Ballet Lausanne) in "spazi" mai usati prima per la grande danza classica: giardini, piazze, cortili (l'estate), palazzi dello sport e tendoni da circo (l'inverno).



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Rischiò e vinse per tutti gli altri dopo di lui. Le sue coreografie non furono mai un banale mix di diversi ingredienti, ma una devota coesistenza di tradizioni diverse, che si scambiano doni, senza mai perdere la loro identità.

Nemmeno quando si abbandonava al suo caldo, travolgente misticismo orientale e medio-orientale spesso opinabile...



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Ma è proprio quel misticismo che gli ha ispirato capolavori come "Bhakti" e "Golestan".

D'altronde, se dovessimo scegliere la più bella tra le 250 coreografie del maestro scomparso il 22 novembre, forse sceglieremmo la sua lucida e gioiosa "Sagra della primavera", dove non si uccide una Vergine - l'Eletta - per garantire il ritorno della primavera,- ma si accompagnano alle mistiche nozze una giovane e un giovane - i due Eletti - belli, palpitanti e innamorati.




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Articolo Originale di Vittoria Ottolenghi

 
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